Disidratazione nell'anziano
La disidratazione nell'anziano: come prevenirla...

Nel tempo, abbiamo riscontrato che soprattutto negli anziani, la disidratazione è un elemento frequente. L’anziano specialmente, se affetto da patologie neurologiche, va stimolato a bere, con almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno, perché spesso i pazienti che vengono ricoverati, sono disidratati e con uno squilibrio elettrolitico. Spesso il caregiver ritiene, erroneamente, che l’anziano non abbia bisogno di bere solo perché non ne esprime il bisogno e tende a non somministrare liquidi.
L'apporto di liquidi, di almeno 1,5/2 litri al dì va calcolato, comprensibilmente, sia sul cibo che su qualsiasi tipo di bevanda assunta, facendo attenzione ad esempio alle sostanze alcoliche come vino o bevande con alto contenuto di zuccheri perché riducono l’assorbimento dei liquidi.

Le conseguenze, possono essere molte: pelle secca e asciutta, mal di testa, arrossamento della pelle, crampi muscolari e perdita dell’appetito. Nei casi più gravi, possono insorgere, vertigini, nausea, vomito, tachicardia, diplopia, perdita di concentrazione, confusione.
Non dimenticando, per chi prende farmaci che un buon apporto d’acqua ad esempio, favorisce la bio distribuzione.
Un buon apporto di liquidi è quindi un elemento importante e prezioso, per il nostro organismo, se pensiamo che circa il 60% del nostro corpo è composto di acqua.
Bere fa bene ai reni, perché permette loro di lavorare meglio, mantenendone una buona funzionalità, al cervello migliorando le prestazioni cognitive, al cuore influendo nella regolazione della pressione.
Una buona idratazione favorisce inoltre lo smaltimento delle tossine mantenendo l'intestino attivo e combattendo la stitichezza.
In conclusione, l’idratazione aiuta ad mantenere il nostro organismo più equilibrato e sano, pertanto cerchiamo di far bere i nostri anziani.
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