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Il diabete, questo sconosciuto!


Il diabete mellito sta dilagando nel mondo. Una crescita inarrestabile ovunque: nei paesi sviluppati, in quelli emergenti e in quelli ancora in via di sviluppo. Nelle zone del mondo più sviluppate (Europa, Nord America, Australia) cresce meno che in Africa, Asia e Sud America ma cresce comunque moltissimo. Gli individui affetti dalla malattia nel mondo sono ormai vicini ai 400 milioni e la stima è che raggiungano i 600 milioni entro il 2035. Per questo la lotta al diabete è una delle tre emergenze sanitarie identificate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO), insieme alla malaria e alla tubercolosi, unica delle tre ad essere malattia non trasmissibile, anche se questo concetto, come scritto più avanti, potrebbe non essere del tutto corretto. (1)



I dati ISTAT del 2016 affermano che sono 3 milioni e 200 mila persone ad essere affette da diabete, di queste il 64% non effettua attività fisica, il 26% è obeso. La mortalità per diabete e le sue complicanze nel 2014 è stata di 20119 persone. Ma vediamo cosa si intende per diabete mellito.


Con Diabete Mellito si definisce una malattia cronica delineata da iperglicemia, causata da un’alterazione nei processi di produzione e utilizzo dell’insulina.

L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas, con la finalità di regolare l’ingresso del glucosio (introdotto con gli alimenti per mezzo dei carboidrati), dal sangue nelle cellule muscolari e adipose.

Se la disponibilità di insulina è insufficiente (deficit di insulina) o se le cellule non rispondono in maniera adeguata (insulino- resistenza) o se l’insulina prodotta risulta difettosa, il glucosio non può̀ essere utilizzato. Questo comporta un conseguente stato di carenza di glucosio a livello cellulare e con elevati valori ematici di glicemia.

Esistono vari tipi di diabete mellito, che si diversificano per eziologia, decorso clinico e trattamento. I principali vengono classificati in:

  • Diabete di tipo I (anche detto giovanile, 10% dei casi)

  • Diabete di tipo 2 (dell’adulto, 90% dei casi)

Il criterio che distingue i due tipi di diabete è che il primo è insulino - dipendente (ovvero che necessita costantemente del trattamento insulinico), mentre il secondo no.

Inoltre vi sono forme secondarie di diabete dovute a:

  • Patologie pancreatiche (pancreatiti, neoplasie, pancreasectomia)

  • Alterazioni endocrine (eccesso di corticosteroidi, feocromocitoma, acromegalia, morbo di Cushing)

  • Farmaci (diuretici, analgesici, glucocorticoidi)

  • Gravidanza.

I fattori di rischio per la patologia diabetica sono:

  • Familiarità di diabete (padre, madre o fratelli/sorelle diabetici)

  • Obesità (eccesso di peso>= 20% del peso ideale oppure BMI >= 27 Kg/mq

  • Età >= 45 anni

  • Intolleranza al glucosio a digiuno o alterata tolleranza al glucosio riscontrate in precedenza

  • Ipertensione (>= 140 mmHg)

  • Dislipidemia (HDL <= 35 mg/dL e/o trigliceridi >= 250 mg/dL)

  • Storia di diabete gestazionale o peso del neonato al momento del parto >= 4,5Kg.

La diagnosi di diabete si effettua sulla presenza di elevati livelli ematici di glucosio. I criteri diagnostici sono:

  • Sintomi di diabete e glicemia misurata casualmente con valori >= 200 mg/dL. Si definisce casuale una misurazione eseguita a qualsiasi ora del giorno, indipendentemente dall’ultimo pasto assunto. I sintomi classici di diabete includono poliuria, polidipsia, perdita di peso apparentemente immotivata.

  • Glicemia a digiuno >= 126mg/dL. Un individuo è considerato digiuno quando non assume alimenti da almeno 8 ore.

  • Glicemia misurata 2 ore dopo il carico orale di glucosio durante la prova di tolleranza al glucosio orale >= 200 mg/dL. La prova dovrebbe essere eseguita come descritto dall’OMS somministrando un carico di 75g di glucosio anidro diluito in acqua.

Le analisi di laboratorio consigliate comprendono:

  • HbgbA (emoglobina glicosilata)

  • Microalbuminuria

  • Profilo lipidico a digiuno

  • Livelli sierici di creatinina

  • Analisi delle urine

  • Elettrocardiogramma

  • Eventuale emogasanalisi nella fase acuta.


Nella presa in carico della persona diabetica è necessario un team multidisciplinare come riportato anche dalla SID Società Italiana di Diabetologia.


Le complicanze della patologia diabetica si dividono in acute e a lungo termine, tra le più comuni riscontriamo:

Chetoacidosi diabetica;

  • Coma iperglicemico/iperosmolare non chetosico

  • Ipoglicemia

  • Iperglicemia

  • Infezioni

  • Vasculopatia

  • Neuropatia

  • Retinopatia

  • Nefropatia

  • Coronaropatia

  • Ulcerazioni del piede diabetico

L’educazione terapeutica è parte integrante del processo assistenziale e nasce per permettere alla persona affetta da diabete di acquisire le capacità e le competenze che lo aiutino a convivere nel miglior modo possibile con la sua patologia oltre a vigilare attentamente sui possibili campanelli di allarme di potenziali complicanze.


Richiedi una consulenza personalizzata, siamo a disposizione per interventi personalizzati.


(1)Il diabete in Italia - Societa Italiana di Diabetologia SID

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