Il disturbo da stress post traumatico PTSD
Catastrofi naturali, incidenti, lutti, violenze fisiche, abusi sessuali sono esempi di eventi traumatici che mettono a dura prova le persone e la loro capacità di reagire. Molte persone, infatti, ne restano colpite per lungo tempo, per alcuni, gli effetti sono talmente gravi da debilitarli e creare un disturbo.

Il disturbo post traumatico da stress consiste in ricordi ricorrenti e non adeguati di un evento traumatico che ha segnato l’esistenza dell’individuo che l’ha vissuto.
I sintomi sono classificabili in tre categorie ben definite:
episodi di intrusione: le persone affette da PTSD hanno ricordi improvvisi che si manifestano in modo molto vivido e sono accompagnati da emozioni dolorose e dal “rivivere” il dramma. A volte, l’esperienza è talmente forte da far sembrare all’individuo coinvolto che l’evento traumatico si stia ripetendo.
volontà di evitare e mancata elaborazione: l’individuo cerca di evitare contatti con chiunque e con qualunque cosa che lo riporti al trauma. Inizialmente, la persona sperimenta uno stato emozionale di disinteresse e di distacco, riducendo la sua capacità di interazione emotiva e riuscendo a condurre solo attività semplici e di routine. La mancata elaborazione emozionale causa un accumulo di ansia e tensione che può cronicizzate portando a veri e propri stati depressivi. Al tempo stesso si manifesta frequentemente il senso di colpa.
ipersensibilità e ipervigilanza: le persone si comportano come se fossero costantemente minacciate dal trauma. Reagiscono in modo violento e improvviso, non riescono a concentrarsi, hanno problemi di memoria e si sentono costantemente in pericolo. A volte, per alleviare il proprio stato di dolore, le persone si rivolgono al consumo di alcol o di droghe. Una persona affetta da PTSD può anche perdere il controllo sulla propria vita ed essere quindi a rischio di comportamenti suicidi.

Generalmente i pazienti descrivono di avere frequenti ricordi indesiderati che rievocano l’evento scatenante; infatti, sono spesso presenti incubi relativi all’evento che possono compromettere il riposo del paziente.
Meno comuni sono gli stati dissociativi transitori in cui gli eventi vengono rivissuti come allucinazioni, causando talvolta nel paziente la stessa reazione avuta nella situazione originaria.
I pazienti evitano gli stimoli associati al trauma e spesso si sentono emotivamente insensibili e mostrano disinteresse nelle attività quotidiane e ludico ricreative.
A volte i sintomi rappresentano una continuazione del disturbo da stress acuto, o possono verificarsi separatamente, dall'inizio fino a 6 mesi dopo il trauma anche se a volte l'espressione completa dei sintomi è ritardata, verificandosi a distanza di molti mesi o anche di anni dall'evento traumatico.

La depressione, altri disturbi d'ansia e l'uso di sostanze sono frequenti tra i pazienti affetti da disturbo post-traumatico da stress cronico.
Oltre all'ansia conseguente al trauma, i pazienti possono vivere sensi di colpa per il loro comportamento durante l'evento oppure per essere sopravvissuti al contrario di altri.
La diagnosi normalmente si basa sui criteri enunciati nel DSM-5, per soddisfare i quali i pazienti devono essere stati esposti direttamente o indirettamente ad un evento traumatico e presentare i sintomi di ciascuna delle categorie per un periodo superiore ad un mese.
Inoltre, le manifestazioni devono causare disagio significativo o compromettere significativamente il funzionamento sociale o lavorativo e non essere riconducibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un altro disturbo medico.
Il trattamento spesso è farmacologico associato a psicoterapia mirata.
Tratto da:
https://www.epicentro.iss.it/stress/